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Terapia con testosterone: recente studio pone dubbi sulla sicurezza cardiovascolare

La riduzione dei livelli di testosterone negli uomini è correlata a diverse problematiche, tra cui: perdita di massa muscolare, aumento del grasso corporeo, osteoporosi, facile affaticabilità, depressione, disfunzione erettile, calo del desiderio sessuale, aumentato rischio di diabete, ictus e eventi cardiovascolari. Un numero considerevole di studi dimostra che, negli uomini con ridotti livelli di testosterone, la terapia sostitutiva migliora molti di questi aspetti, in particolar modo quelli legati al metabolismo e al sistema cardiovascolare.

 

Nel settembre 2013 è stato pubblicato sul Journal of American Medical Association uno studio retrospettivo osservazionale che ha valutato l’incidenza di eventi cardiovascolari e la mortalità dei pazienti cardiopatici con ridotti livelli di testosterone. Gli eventi cardiovascolari sono stati maggiori nel gruppo di pazienti che assumevano testosterone rispetto a coloro i quali non lo assumevano (25.7% vs 19.9%). Nelle conclusioni gli autori suggeriscono ai medici di informare i pazienti sui potenziali rischi legati alla terapia sostutitiva. Come conseguenza i media hanno diffuso la notizia che il testosterone può essere pericoloso per la salute cardiovascolare. È importante però fare alcune considerazioni sul disegno e la metodologia dello studio che Vigen et al. hanno pubblicato prima di trarre conclusioni fuorvianti. 

I pazienti che assumono testosterone devono controllarne periodicamente i livelli nel sangue per verificare l’efficacia della terapia. Nello studio solo il 60% dei pazienti si sottoponeva a regolari dosaggi del testosterone. Inoltre, tra i pazienti che eseguivano i controlli, la media dei livelli di testosterone era inferiore al target minimo richiesto per l’efficacia della terapia.

 

I valori di testosterone pre-trattamento nel gruppo di pazienti che assumeva la terapia erano inferiori rispetto ai valori del gruppo di controllo (206.5 ng/dl vs 175.5 ng/dl). Il gruppo trattato potrebbe avere avuto livelli di testosterone significativamente più bassi prima di entrare nello studio. Quindi il danno causato da anni di potenziali bassi livelli di testosterone potrebbe non essere stato debitamente tenuto in considerazione.

 

Inoltre è stato dimostrato in precedenza da altri studi che negli uomini che non assumono testosterone come terapia, alti livelli di testosterone nel sangue sono correlati a una diminuita prevalenza di diabete, ipertensione e aumentato peso corporeo. Confrontati con uomini con alti livelli di testosterone, quelli con bassi livelli hanno il doppio di probabilità di avere una malattia cardiovascolare.

 

I risultati dello studio di Vigen sono in disaccordo con tutta una serie di ricerche condotte in precedenza che hanno dimostrato non solo la sicurezza della terapia con testosterone ma anche la sua utilità nel migliorare il quadro metabolico (riduzione del colesterolo, dei triglicerdi, della glicemia, dell’emoglobina glicata, ecc.) e nel ridurre il rischio cardiovascolare. Infine lo studio, con disegno retrospettivo e osservazionale, può essere soggetto ad errori, se presenti fattori confondenti che non sono stati adeguatamente tenuti in considerazione.

 

In conclusione i risultati dello studio di Vigen non sembrano sufficienti per dimostrare una diretta correlazione tra terapia con testosterone e aumento degli eventi cardiovascolari. Pertanto appaiono ingiustificati eventuali timori che potrebbero scaturire nell’opinione pubblica o nei pazienti trattati con testosterone a seguito di non corrette o incomplete informazioni da parte dei media.

 

Vigen R, et al. Association of testosterone therapy with mortality, myocardial infarction, and stroke in men with low testosterone levels. Journal of the American Medical Association. 2013; 310(17): 1829-1836.