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Prevenzione dei calcoli di ossalato di calcio: quale dieta?

La composizione più frequente dei calcoli renali è l’ossalato di calcio, che rappresenta circa il 75% di tutti i calcoli urinari. Come è noto la formazione dei calcoli tende a recidivare, per questo chi ne soffre deve cercare di fare prevenzione. Nonostante sia indicato eseguire analisi mirate su sangue e urine per diagnosticare eventuali difetti metabolici alla base del problema, nella maggior parte dei casi non si trova una causa specifica (che quindi meriterebbe una cura specifica). Esistono comunque consigli generali che tutti i pazienti che formano calcoli di ossalato di calcio dovrebbero seguire. Alcuni accorgimenti dietetici si sono dimostrati efficaci nel ridurre le recidive, vediamo quali.

 

Liquidi

Un elevato volume di urine, ottenibile mediante una adeguata assunzione di liquidi, è la più importante misura terapeutica per ridurre le recidive. L’obiettivo dovrebbe essere un volume urinario di 2-2.5 litri ogni 24 ore. L’assunzione di liquidi deve essere ripartita uniformemente nell’arco della giornata. Inoltre dovrebbero essere preferite le acque minerali contenenti molto bicarbonato (>1.500 mg/l) e poco calcio (<150 mg/l).

 

Proteine

Un elevato consumo di proteine animali è stato associato ad una aumentata escrezione urinaria di calcio e a una diminuzione del pH urinario e dell’escrezione di potassio, entrambi fattori che inibiscono la formazione di calcoli. L’apporto di proteine dovrebbe essere limitato a 0.8 g per Kg di peso corporeo al giorno. Il consumo di carne, o di prodotti contenenti carne e pesce, non dovrebbe superare i 150 g al giorno. È meglio preferire frutta, verdura, e prodotti integrali.

 

Ossalato

L’ossalato urinario deriva da una produzione endogena dell’organismo e dalla dieta. È stato suggerito che l’ossalato derivato dalla dieta contribuisce fino al 50% dell’ossalato escreto nelle urine. L’iper-assorbimento intestinale di ossalato può dare un contributo considerevole all’ossalato escreto nelle urine, anche in assenza di disturbi intestinali. Alcuni cibi contengono alte concentrazioni di ossalato, e per questo andrebbero evitati.

 

Esempi di cibi ad alto contenuto di ossalato: rabarbaro 1235 mg/100 g, bietola 874 mg/100 g, spinaci 1959 mg/100 g, crusca di frumento 457 mg/100 g, mandorle 383 mg/100 g, cioccolato 567 mg/100 g.

 

Calcio

L’ipercalciuria (aumentati livelli di calcio nelle urine) viene riscontrata frequentemente nei pazienti con calcoli contenenti calcio. Un aumentato assorbimento intestinale di calcio si verifica nel 30% di questi pazienti. E’ importante sapere però che la restrizione dietetica del calcio riduce la concentrazione di calcio nel lume intestinale che può aumentare l’assorbimento intestinale e l’escrezione renale di ossalato. Quindi, l’apporto di calcio nella dieta dovrebbe essere di 1000-1200 mg al giorno. Gli alimenti ricchi di calcio dovrebbero essere consumati con moderazione.

 

Esempi di cibi ad alto contenuto di calcio: Camembert/Brie 300-400 mg/100 g, Emmental 1200 mg/100 g, Parmigiano 1300 mg/100 g.

 

Uno studio prospettico randomizzato ha dimostrato che le recidive di calcoli di ossalato di calcio in pazienti con ipercalciuria sono significativamente minori in coloro che assumono una dieta a normale contenuto di calcio (1200 mg al giorno) rispetto a coloro che assumono un basso apporto di calcio (400 mg al giorno).

 

Purine

L’iperuricemia (aumentati livelli di acido urico nel sangue) e l’iperuricuria (nelle urine) conseguenti ad un aumentato apporto alimentare sono i più importanti fattori di rischio per la formazione dei calcoli di acido urico ma possono contribuire anche alla formazione dei calcoli di ossalato di calcio. Quindi è bene ridurre i cibi ricchi di purine, come la carne, i prodotti contenenti carne o pesce, legumi e birra. Il consumo di visceri, sardine, acciughe, sgombri, pelle di pesce, pollo e maiale dovrebbe essere evitato, in quanto cibi molto ricchi di purine.

 

Sodio

Un eccessivo consumo di sale è stato associato ad un aumentato rischio di formazione di calcoli di calcio, perché il sodio aumenta l’escrezione renale di calcio. Gli insaccati e i cibi in scatola ad esempio contengono elevate quantità di sale. Il consumo di cloruro di sodio (sale) dovrebbe essere limitato a 6 g al giorno.

 

In conclusione, adeguate modifiche dietetiche possono contribuire alla prevenzione o alla riduzione delle recidive di calcoli urinari e ridurre il numero di procedure invasive necessarie per trattarli.