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Ginecomastia. Che cos'è? Si può curare?

La ginecomastia è un condizione che può comparire nell’uomo, caratterizzata dall’accrescimento delle mammelle, che tendono ad assomigliare a quelle femminili. La ginecomastia è più comune nei neonati maschi, nei ragazzi durante la pubertà e negli uomini anziani.

 

Nella maggior parte dei casi la ginecomastia non rappresenta una malattia seria, ma può essere difficile far fronte al problema dal punto di vista psicologico. Oltre ad incidere sulla fiducia in se stessi e a causare imbarazzo, alcuni uomini possono anche sentire dolore alle mammelle.

 

Nella maggior parte dei casi la ginecomastia si risolve spontaneamente. In oltre il 75% dei casi di ginecomastia puberale segni e sintomi si risolvono entro un anno.

 

Se la ginecomastia persiste sono disponibili dei trattamenti.

 

La ginecomastia non è causata dall’accumulo di grasso, in contesto di sovrappeso o obesità, ma è provocata dall’aumento del tessuto ghiandolare. Per questo fare esercizio fisico e perdere peso non aiuta a risolverla. Ci sono altre condizioni, come la pseudo-ginecomastia, nella quale il tessuto adiposo si accumula nelle mammelle, che è talvolta associata al sovrappeso e all’obesità.

Quali sono i segni e i sintomi della ginecomastia?

Segni e sintomi di ginecomastia possono comparire anche in una sola mammella.

- Il tessuto della ghiandola mammaria aumenta il proprio volume.

- La mammella prende una consistenza morbida.

- Il diametro dell’areola aumenta (l’areola è l’area di cute pigmentata che circonda il capezzolo).

Se vengono notati: rigonfiamento inusuale e persistente, mammella più morbida al tatto, dolore e/o secrezione dal capezzolo è consigliabile richiedere una visita medica.

 

Quali sono le cause di ginecomastia?

- Uno squilibrio ormonale tra il testosterone, e gli estrogeni.

Gli estrogeni, gli ormoni femminili, stimolano la crescita del tessuto mammario, mentre il testosterone, l’ormone maschile, ha effetti inibitori per la crescita di questo tessuto.

Circa il 50% dei neonati maschi nascono con le mammelle ingrandite. Questo perchè essi hanno alti livelli di estrogeni che provengono dalla madre. Come i livelli di estrogeni ritornano normali, l’ingrandimento delle mammelle scompare, di solito nel giro di poche settimane. L’aumento di volume delle mammelle è più comune nei maschi di mezza età e anziani. Questo perchè invecchiando si produce sempre meno testosterone. Inoltre gli uomini più anziani sono di solito più sovrappeso, ed è noto che il tessuto adiposo produce estrogeni.

- Insufficienza renale

- Abuso di alcool

- Malattie del fegato

Irradiazione dei testicoli

Sindrome di Klinefelter

- Marijuana e altre droghe illegali. Molti studi hanno cercato di capire se c’è un link tra l’uso di cannabis e la ginecomastia. Alcuni hanno trovato un’associazione mentre altri non hanno evidenziato nessun collegamento particolare.

Infezioni o tumori testicolari

Alcune malattie della tiroide

- Farmaci, come ad esempio:

   - alcuni antibiotici

   - alcuni farmaci antiulcera

   - chemioterapici

   - antidepressivi triciclici

   - diazepam (Valium) e altri farmaci sedativi

   - steroidi anabolizzanti

   - anti androgeni (farmaci prescritti comunemente per il tumore della prostata o per l'IPB)

   - alcuni farmaci per il cuore, compresi i calcio antagonisti e la digossina (Lanoxin)

 

In realtà la maggior parte dei casi di ginecomastia imputati ad effetti collaterali farmacologici si basano su reports o studi con un basso livello di evidenza.

L’associazione tra farmaco e ginecomastia è stata confermata per: spironolattone, cimetidina, ketoconazolo, hGH, estrogeni, hCG, anti androgeni, GnRH analoghi, inibitori della 5 alfa reduttasi. Farmaci probabilmente associati a ginecomastia includono: risperidone, verapamil, nifedipina, omeprazolo, agenti alchilanti, farmaci per l’HIV (efavirez), steroidi anabolizzanti, alcool e oppioidi.

 

Diagnosi di ginecomastia

Il medico chiede al paziente quali siano i sintomi, eventuali malattie presenti o passate, i farmaci che sta assumendo e l’anamnesi famigliare.

In seguito sottopone il paziente ad una visita delle mammelle, dell’addome e dei genitali.

 

Se il medico determina che la ginecomastia è causata da uno squilibrio ormonale, come può essere il caso della pubertà, il paziente è invitato a non preoccuparsi perchè verosimilmente il problema si risolverà nell’arco di un anno.

 

Se il rigonfiamento della mammella è molto evidente, morbido, monolaterale, o fisso e duro, verranno richiesti degli approfondimenti diagnostici, che possono includere una biopsia. In caso di interessamento monolaterale il medico necessita di sapere se c’è una storia famigliare di tumore della mammella.

 

Il medico cercherà di escludere altre cause di ingrandimento delle mammelle, come:

cisti

lipoma (tumore benigno costituito da tessuto adiposo)

mastite (infiammazione della ghiandola mammaria)

tumore della mammella

pseudoginecomastia (ingrandimento provocato da accumulo di grasso)

ematoma (un rigonfiamento solido di sangue coagulato)

metastasi (tessuto tumorale proveniente da un tumore in qualche altra sede del corpo)

amartoma (tumore benigno)

 

Il medico può richiedere degli esami del sangue o una mammografia. A seconda dei risultati ulteriori test possono essere richiesti, come:

rx del torace

TC, RMN

ecografia dei testicoli

biopsia

 

Quali sono i trattamenti per la ginecomastia?

Se è presente una causa sottostante, questa deve essere curata.

In caso di effetto collaterale di un farmaco, questo deve essere sostituito o sospeso. Se la terapia è a breve termine, al termine della stessa il tessuto mammario regredirà spontaneamente.

 

Nella maggior parte dei casi la ginecomastia si risolve spontaneamente. E’ importante che il paziente lo capisca bene. Gli adolescenti vengono seguiti nel tempo per vedere se la ginecomastia migliora, come di solito accade.

 

Se la ginecomastia non si risolve entro un paio d’anni, causa imbarazzo, dolore o diminuzione di consistenza, può essere necessario un trattamento.

 

Terapia medica

Tamoxifene, un farmaco che blocca l’azione degli estrogeni nell’organismo. E’ utilizzato per il trattamento del tumore della mammella, ma viene anche utilizzato per ridurre la sintomatologia presente in casi di ginecomastia. Il 70% dei pazienti trattati con tamoxifene riferiscono una riduzione delle dimensioni delle mammelle, mentre in tutti i casi si risolve il dolore.

 

Inibitori dell’aromatasi, una classe di farmaci utilizzati per la cura del tumore della mammella e dell’ovaio. Possono essere utilizzati off-label per prevenire o trattare la ginecomastia negli uomini.

 

Testosterone, talvolta utilizzato negli uomini anziani con ginecomastia e bassi livelli di testosterone. Questo trattamento non funziona se i livelli di testosterone sono normali.

 

Trattamento chirurgico

La mammella consiste di due principali componenti:

tessuto ghiandolare, denso e consistente

tessuto adiposo, soffice

La proporzione tra tessuto ghiandolare e adiposo varia da paziente a paziente. Nei pazienti con ginecomastia può esserci un eccesso di entrambi i tessuti.

 

Liposuzione. Se c’è troppo tessuto adiposo, questo può essere aspirato. Viene eseguita un’incisione di 3-4 mm attraverso la quale viene inserito un piccolo tubo per l’aspirazione.

 

Excisione. Significa l’asportazione chirurgica del tessuto. Se la ginecomastia è costituita prevalentemente dall’aumento del tessuto ghiandolare, questo dovrà essere asportato. L’intervento esiterà in una cicatrice, solitamente sul bordo dell’areola.

 

In alcuni casi può essere richiesta sia la liposuzione che l’excisione.

 

Dopo l’intervento la mammella può apparire contusa e gonfia, lasciando difficilmente intuire l’efficacia del trattamento. Il medico può consigliare al paziente di indossare una fasciatura elastica compressiva per un paio di settimane per favorire la guarigione.

Dopo circa 6 settimane il paziente può riprendere totalmente le proprie attività.

 

Le complicanze dell’intervento sono rare e possono includere la non sufficiente rimozione di tessuto, un irregolare contorno della mammella, una riduzione della sensibilità del capezzolo, la formazione di ematomi.