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Embolizzazione delle arterie prostatiche: innovativa terapia mini-invasiva per l’ipertrofia prostatica benigna

L’embolizzazione delle arterie prostatiche (EAP) è una procedura non chirurgica che consiste nell’occlusione dei vasi sanguigni che nutrono la ghiandola prostatica al fine di provocarne la riduzione delle dimensioni. Viene eseguita dal radiologo interventista che attraverso la puntura di un vaso arterioso (es. l’arteria femorale, come avviene per la coronarografia) e l’utilizzo di particolari sonde raggiunge le arterie della prostata per iniettare in maniera selettiva delle micro-particelle. L’obiettivo della procedura è ottenere l’occlusione delle arterie prostatiche per far si che il sangue non riesca più a raggiungere la prostata provocando la necrosi (morte dei tessuti) della porzione ipertrofica (adenoma).

 

L’embolizzazione selettiva viene già utilizzata da anni in altri contesti clinici come ad esempio nella terapia dei fibromi uterini o per il trattamento di particolari malattie del rene.

L’EAP è stata eseguita per la prima volta nel 2009 e fino ad oggi sono stati eseguiti nel mondo circa 200 casi, principalmente in due centri, uno portoghese e uno brasiliano. Anche in Italia è stato recentemente eseguito il primo caso di EAP.

La procedura viene eseguita in anestesia locale e comporta un minimo disagio per il paziente che deve rimanere in osservazione solo qualche ora prima di poter lasciare l’ospedale. E’ particolarmente indicata per quei pazienti che, per varie ragioni, hanno un elevato rischio chirurgico e non possono essere sottoposti ad anestesia generale o spinale.

 

Questa tecnica è risultata promettente ma è richiesta ulteriore ricerca clinica. Anche se negli studi su animale è stato dimostrato che l’EAP provoca una drastica riduzione delle dimensioni della prostata, è necessario capire se questo si traduce in un miglioramento dei sintomi minzionali dei pazienti.

 

L’EAP è una procedura tecnicamente difficile da eseguire, e richiede personale con notevole esperienza, materiali dedicati e apparecchiature radiologiche angiografiche di ultima generazione. Va considerato il rischio di occlusione di arterie che nutrono la vescica con conseguente danneggiamento della parete vescicale. Inoltre l’obiettivo di embolizzazione bilaterale delle arterie prostatiche non è sempre perseguibile, considerata la notevole variabilità dell’anatomia vascolare della pelvi.

 

Al 37° meeting scientifico annuale della Società dei Radiologi Interventisti nel 2012 è stata raccomandata l’esecuzione di studi clinici multicentrici per la valutazione della sicurezza, efficacia e durabilità dei risultati prima che la tecnica venga utilizzata nella pratica clinica. Per ora quindi l’EAP deve essere considerata ancora una procedura sperimentale.