Sorveglianza attiva per il tumore della prostata

La sorveglianza attiva è una modalità di monitoraggio clinico del tumore della prostata che ha l’obiettivo di evitare un trattamento non necessario in uomini con tumori poco aggressivi. Il tumore della prostata spesso progredisce lentamente e, per molti uomini, potrebbe non progredire mai ne provocare sintomi. In altre parole molti uomini affetti da tumore della prostata potrebbero non necessitare di nessun trattamento.

 

I trattamenti per il tumore della prostata possono causare effetti collaterali che si ripercuotono negativamente sulla qualità di vita. Essi sono principalmente la disfunzione erettile e l’incontinenza urinaria. Attraverso la sorveglianza attiva è possibile evitare o ritardare questi effetti collaterali.

 

La sorveglianza attiva consiste nel monitorare il tumore della prostata ripetendo regolarmente alcuni esami, piuttosto che trattarlo da subito. Lo scopo degli esami è di individuare eventuali cambiamenti che segnalano la progressione del tumore. Se emergono sostanziali cambiamenti allora si può decidere di trattare il tumore quando ancora è possibile utilizzare terapie in grado di curarlo in maniera definitiva. 

Lo schema di monitoraggio clinico può variare da centro a centro, ma gli esami che si eseguono sono per tutti:

- PSA, ripetuto ogni 3-6 mesi

- esplorazione rettale, ogni 3-6 mesi per i primi 2 anni, quindi annualmente in seguito

- biopsie prostatiche, con intervalli variabili (1-2 anni). In alcuni casi si esegue la cosiddetta biopsia di saturazione, che consiste in prelievi più numerosi rispetto alla biopsia standard, anche fino a 30. Questa procedura in genere è condotta in anestesia generale. La biopsia di saturazione ha maggiori probabilità di trovare cellule tumorali perché maggiormente rappresentativa di tutte le aree della prostata.

 

In alcuni centri viene proposta anche una speciale risonanza magnetica nucleare, con lo scopo di identificare eventuali aree sospette nella prostata, da preferire come bersaglio dei prelievi bioptici.

 

Se gli esami mostrano che il tumore sta progredendo il medico può suggerire al paziente di sottoporsi ad una terapia, discutendone le varie opzioni. Il paziente può comunque decidere in qualsiasi momento di sottoporsi ad un trattamento, semplicemente perché così pensa di sentirsi meglio. Alcuni pazienti trovano difficile vivere consapevoli di avere un tumore, preoccupati che questo possa diventare aggressivo e diffondersi.

 

Chi può sottoporsi alla sorveglianza attiva?

La sorveglianza attiva trova indicazione in uomini con tumore della prostata a basso rischio e basso stadio, cioè confinato alla ghiandola prostatica (chiamato tumore prostatico localizzato). Nei casi di tumori a rischio intermedio e alto la sorveglianza attiva non è mai indicata.

 

Per stratificare il rischio si utilizzano:

- PSA

- Gleason score (che indica il grado di aggressività del tumore)

- stadio del tumore (che indica l’estensione del tumore)

 

Il basso rischio si identifica quando: il PSA è minore di 10 ng/ml; il Gleason score è minore o uguale a 6; lo stadio è T1 (non si apprezza palpatoriamente all’esplorazione rettale) o T2a (si apprezza come un nodulo monolaterale esteso a meno di metà del lobo).

 

Vengono di solito considerati anche: il numero di prelievi bioptici contenenti cellule tumorali (devono essere 1 o al massimo 2) e la percentuale di cellule tumorali presenti in ogni singolo prelievo (deve essere inferiore al 50% del prelievo).

 

Quali sono i vantaggi e gli svantaggi della sorveglianza attiva?

Vantaggi:

- assenza di effetti collaterali fisici

- nessun impatto sulla vita di tutti i giorni

Svantaggi:

- necessità di sottoporsi a più biopsie prostatiche, che possono avere effetti collaterali a breve termine

- c’è la possibilità (non così consistente) che il tumore possa progredire più velocemente dell’atteso e diventare difficile da curare

- alcuni uomini possono sviluppare ansia e preoccupazione in merito all’eventuale progressione del tumore.

Quello che può essere un vantaggio per una persona può essere uno svantaggio per un’altra. Per questo è necessario discutere con il medico tutte le opzioni terapeutiche, inclusa la sorveglianza attiva.

 

Cosa succede se gli esami indicano una progressione del tumore?

PSA

Un aumento del PSA può essere segno di progressione. È necessario interpretare l’aumento del PSA in termini di variazione nel tempo (PSA velocity) e di tempo di raddoppiamento (PSA doubling time). Il PSA può essere influenzato da altri fattori come infezioni o farmaci, ma se l’aumento è significativo è di solito consigliato procedere con il trattamento.

Esplorazione rettale

Se il medico percepisce variazioni della prostata attraverso l’esplorazione rettale, come un aumento di consistenza o un’area irregolare, può consigliare di procedere con il trattamento.

Biopsia prostatica

Se la biopsia individua una maggiore quantità di tessuto tumorale o un Gleason score più alto rispetto alla biopsia precedente il paziente viene consigliato di procedere con il trattamento.

 

Gli studi hanno mostrato che tra i pazienti in sorveglianza attiva una percentuale che varia tra il 14 e il 41% con il passare del tempo viene sottoposta a trattamento, sia in seguito ai risultati degli esami sia perché alcuni uomini manifestano preoccupazione e preferiscono una terapia attiva.

 

La sorveglianza attiva comporta dei rischi?

Progressione del tumore

Con la sorveglianza attiva c’è la possibilità che il tumore progredisca, ma è bene ricordare che si eseguono esami per monitorare l’evoluzione del tumore per consentirne il trattamento con finalità curative. Gli studi hanno dimostrato che gli uomini che si sottopongono a trattamento dopo un periodo di sorveglianza attiva possono curare efficacemente il tumore mediante chirurgia, radioterapia o altre terapie.

Sebbene gli esami utilizzati durante la sorveglianza attiva sono affidabili, c’è sempre una piccola probabilità che le variazioni del tumore non vengano individuate. Alcune volte gli uomini con diagnosi di tumore della prostata a basso rischio hanno in realtà tumori più aggressivi che beneficerebbero di trattamento. Questo succede perché non sempre i prelievi bioptici sono rappresentativi di tutta la prostata e la diagnosi su piccoli frustoli di prelievo (il materiale che si ottiene mediante le biopsie) non è sempre perfettamente accurata.

Ci sono inoltre piccole probabilità che il tumore si diffonda all’esterno della prostata e in altre parti dell’organismo prima che questo venga scoperto, perdendo così la possibilità di trattare efficacemente la malattia.

 

Cambiamenti della salute in generale

C’è il rischio che con il tempo cambi lo stato di salute generale del paziente, che potrebbe comportare la controindicazione ad eseguire determinati trattamenti nel momento in cui questi si rendessero necessari. Per esempio se insorgono problemi cardiaci e il paziente deve sottoporsi ad intervento chirurgico, questo può venire sconsigliato perché troppo rischioso.

 

Ci sono degli effetti collaterali?

Dal momento che la sorveglianza attiva non comporta alcun trattamento non ci sono effetti collaterali fisici. Ma è necessario sottoporsi a biopsie della prostata ad intervalli regolari. Le biopsie della prostata possono causare effetti collaterali a breve termine, come la presenza di sangue nelle urine, nel liquido seminale e nelle feci. Circa il 2% dei pazienti è a rischio di sviluppare una seria infezione. Prima della biopsia si assumono antibiotici per aiutare a prevenire questa complicanza.

 

Qual’è la differenza tra sorveglianza attiva e watchful waiting?

Sia la sorveglianza attiva che il watchful waiting sono due forme di monitoraggio clinico del tumore della prostata che si prefiggono di evitare un trattamento immediato. Esistono però delle differenze che riguardano:

- il tipo di paziente che può trarne beneficio

- il tipo di esami a cui sottoporsi e la frequenza con cui questi devono essere eseguiti

 

Sorveglianza attiva

Implica l’esecuzione di esami più invasivi, come la biopsia prostatica. L’obiettivo è quello di individuare precocemente un’eventuale progressione del tumore in modo da poterlo trattare quando è ancora possibile utilizzare terapie in grado di curarlo in maniera definitiva. La sorveglianza attiva è una scelta adeguata per pazienti con tumori a basso rischio (poco aggressivi e localizzati alla ghiandola prostatica), con un buono stato di salute in modo da essere eventualmente candidabili a un trattamento chirurgico o radioterapico.

 

Watchful waiting

Gli esami di controllo sono meno invasivi e vengono eseguiti con minore frequenza rispetto alla sorveglianza attiva. L’obiettivo è trattare il tumore se dà origine a sintomi o problemi clinici. Il trattamento ha l’obiettivo di controllare il tumore piuttosto che curarlo definitivamente.